L’EMICRANIA
L’emicrania è una vera e propria malattia.
Gli attacchi si manifestano in alcuni soggetti una o due volte l’anno, mentre in altri casi si ripetono molte volte al mese. La principale caratteristica di questi attacchi è il dolore alla testa che può essere veramente forte. Altre caratteristiche comuni sono la nausea o vomito e ipersensibilità alla luce e al rumore.
Qual è la causa dell’emicrania?
L’emicrania ha origine nel cervello: è un disturbo che, in particolare, riguarda alcune aree preposte ad elaborare la sensazione del dolore, nonché altri tipi di sensazioni. Con ogni probabilità il disturbo è ereditario.
Chi soffre di emicrania?
Ne soffre circa il 10% della popolazione, il che rende l’emicrania una malattia molto frequente: le donne hanno tre volte più possibilità degli uomini di esserne affette. Compare spesso durante l’infanzia o l’adolescenza, nelle ragazze in particolare può iniziare con la pubertà.
Quali sono i diversi tipi di emicrania?
Il più comune è l’emicrania senz’aura. Circa ¾ della popolazione con emicrania ha soltanto questo tipo; una persona su 10 ha l’emicrania con aura ed il doppio dei soggetti soffre occasionalmente di entrambi le forme. Molto meno comuni, invece, sono gli attacchi di sola aura, senza mal di testa che tende a svilupparsi nei soggetti più anziani.
Quali sono i sintomi dell’ emicrania?
I sintomi compaiono durante l’attacco, che presenta quattro fasi, sebbene non tutte compaiono ogni volta.
- La fase premonitoria, giunge prima di ogni altro sintomo dell’attacco, anche se solo metà dei soggetti dice di averne consapevolezza. Nelle ore o anche per uno o due giorni prima che il mal di testa insorga, è probabile che vi siano irritabilità e sbalzi d’umore.
- L’aura, quando compare, costituisce quasi sempre la fase successiva a quella premonitoria. L’aura è un segnale che proviene dal cervello il quale viene temporaneamente coinvolto dal processo dell’emicrania. Dura di solito da 10 a 30 minuti, ma anche più a lungo, e coinvolge soprattutto la vista. Può capitare di vedere macchie scure, luci forti o scintillanti, oppure linee colorate a zigzag che si diffondono davanti agli occhi, di solito da un solo lato della testa. I sintomi sensoriali invece, quali la sensazione di intorpidimento o formicolio, sono meno comuni e partono generalmente dalle dita di una mano diffondendosi poi al braccio e in seguito al viso o alla lingua sempre nella medesima parte del corpo. L’aura può portare con se anche una difficoltà di parlare o di trovare la parola giusta.
- La fase di mal di testa è la più problematica per la maggior parte dei soggetti, avendo una durata compresa tra alcune ore fino a due o tre giorni. Il dolore dell’emicrania è spesso forte, di solito compare su un solo lato, ma può essere bilaterale e sebbene colpisca più frequentemente la fronte o la tempia, può essere avvertito su ogni parte della testa. E’ solitamente un dolore pulsante o trafittivo, molto spesso aggravato dal movimento. E’ probabile che sia accompagnato da una sensazione di malessere (nausea) e vomito (il che sembra dare sollievo al mal di testa). Può anche succedere di avvertire fastidio per la luce e il rumore con necessità di restare soli al buio e in silenzio.
- Con l’attenuazione dei sintomi sopraggiunge la fase di risoluzione della cefalea: in questo stadio ci si sente stanchi, irritabili e depressi e avere difficoltà di concentrazione e può occorrere ancora un giorno per riprendersi completamente.
Quali sono i fattori scatenanti l’emicrania?
L’emicrania è imprevedibile, gli attacchi possono arrivare in qualsiasi momento anche se alcuni pazienti ne sono più soggetti di altri. I cosiddetti fattori scatenanti giocano in tutto questo un ruolo importante e sono gli elementi che effettivamente innescano l’attacco. Diversi dai fattori scatenanti sono i fattori predisponenti: essi causano l’abbassamento della soglia in modo tale che l’azione dei fattori scatenanti viene facilitata. Stanchezza, ansia e stress in generale possono avere questo effetto, così come il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa nelle donne.
Si possono individuare i fattori scatenanti?
I fattori scatenanti non sono gli stessi per ogni paziente e non sono neanche sempre i medesimi per la stessa persona.
- Dieta: alcuni cibi (e l’alcol) ma solo in alcuni soggetti; più frequentemente saltare, rimandare i pasti o fare pasti inadeguati (pazienti giovani), smettere di assumere caffeina e la disidratazione possono causare un attacco di emicrania.
- Sonno: sia la mancanza che il protrarsi del sonno.
- Cambiamenti nello stile di vita: esercizio fisico intenso o viaggi su lunghe distanze e/o cambiamenti di fuso orario.
- Fattori ambientali: luce intensa o tremolante, odori forti e marcati cambiamenti climatici.
- Fattori psicologici: stress emotivo, e, sorprendentemente rilassamento dopo un periodo di stress.
- Fattori ormonali nelle donne: gli sbalzi ormonali collegati al ciclo, uso di contraccettivi orali, e terapia ormonale sostitutiva.
Qual è la cura più adeguata?
I farmaci che curano gli attacchi di emicrania sono detti trattamenti acuti. Se sono quelli giusti possono essere molto efficaci, ma devono essere presi nella maniera appropriata e senza eccessi. I medicinali in forma solubile o effervescente funzionano sempre meglio e più velocemente. Si possono anche assumere dei farmaci chiamati anti-emetici se vi è nausea o si pensa di dover rimettere.
Se la nausea o il vomito sono particolarmente forti durante gli attacchi può assumere i farmaci antiemicranici sotto forma di supposta o antiemicranici specifici quali i triptani. I triptani si possono assumere in combinazione con gli antidolorifici e gli antiemetici. E’ importante sottolineare che vi sono alcune semplici misure che rendono un farmaco più efficace.
Una cura valida è rappresentata dal blocco anestetico dei nervi periferici e dal blocco estemporaneo del ganglio sfenopalatino.
Assumere i farmaci con tempestività…
E’ fondamentale avere sempre a disposizione almeno una dose del farmaco indicato dallo specialista. Va assunto non appena si avverte che sta per sopraggiungere un attacco. Un farmaco assunto con prontezza ha una maggiore probabilità di efficacia.
…..ma non troppo spesso
Seguire sempre con scrupolo le indicazioni del farmaco. In particolare, non assumere antidolorifici per la fase acuta troppo spesso in quanto possono causare un mal di testa ancora peggiore definito cefalea da uso eccessivo di farmaci. Per evitare che ciò accada, non prendere mai farmaci sintomatici per oltre due giorni la settimana.
Cosa accade se queste cure non funzionano?
Se si hanno attacchi forti e frequenti l’opzione è passare ai cosiddetti farmaci preventivi. A differenza di quanto accade con un trattamento acuto, lo specialista può dare un consiglio sulla scelta del medicinale più indicato e su i suoi possibili effetti collaterali.
Cos’altro può essere di aiuto?
L’esercizio regolare e mantenersi in forma è certamente di aiuto (stile di vita). Cercare di evitare fattori predisponenti e scatenanti è una cosa sensata, pertanto è utile cercare di individuarli tutti, in modo tale da poter evitarne alcuni.
Tenere un diario
Le pagine di un diario cartaceo o digitale (App: Headapp) possono aiutare a prendere nota di informazioni importanti sui mal di testa: frequenza durata, intensità, e uso di farmaci. Il diario è un valido strumento che aiuta il medico a formulare una diagnosi corretta a identificare i fattori scatenanti e a valutare i risultati delle cure.
Deve sottoporsi ad esami?
Non esistono esami che confermino la diagnosi che si basa piuttosto sulla descrizione dei mal di testa data dal paziente e sul fatto che durante la visita non risulta nulla di anormale. E’ improbabile che una RNN del cervello sia di aiuto. Se la diagnosi, è incerta lo specialista potrà chiederle degli esami che servono ad escludere alcune possibili cause del mal di testa. (Adattato da “Lifting the Burden”).