Il blocco estemporaneo del ganglio sfenopalatino – note informative
Che cos’è e dove si trova il ganglio sfenopalatino (GSP)?
Il ganglio sfenopalatino (o ganglio nasale) è un voluminoso insieme di nervi situato all’interno della scatola cranica. È localizzato tra il naso e i seni nasali, in vicinanza dell’imbocco della faringe, in una cavità chiamata fossa pterigopalatina.
Perché il blocco estemporaneo del ganglio sfenopalatino viene utilizzato nelle cefalee e nella nevralgia del trigemino?
Quando i nervi del ganglio vengono stimolati, contribuiscono a creare il dolore e gli altri sintomi dell’attacco emicranico, di cefalea tensiva o di cefalea a grappolo. Inoltre l’attivazione del ganglio è implicata nella nascita di altri tipi di dolore cranico, come per esempio il dolore facciale (nevralgia del trigemino) e quello osteomuscolare (articolazione temporo-mandibolare, cervicale, ecc.). Bloccare l’attività del ganglio equivale quindi ad inibire la nascita del dolore cranico.
Come funziona la procedura di blocco?
Il blocco avviene utilizzando un anestetico locale, cioè un farmaco che produce un’anestesia temporanea e circoscritta alla zona in cui viene iniettato: sicuramente lei ne ha sperimentato l’efficacia nelle anestesie per cure dentarie. In particolare, in questa procedura viene utilizzato l’anestetico lidocaina, ampiamente diffuso in medicina e chirurgia da oltre 60 anni. Utilizzando un apposito catetere che le verrà mostrato dal medico incaricato della procedura, le verrà instillata in ciascuna narice una dose di 1.5 ml di lidocaina in concentrazione al 2%: la dose sarà sempre somministrata in entrambe le narici, indipendentemente dal lato del dolore. Durante la procedura (normalmente 10 minuti), lei dovrà mantenere la posizione supina, con il capo iperesteso. Il catetere viene spinto delicatamente attraverso la narice fino ad incontrare la parete superiore della fossa nasale. A questo punto la guida viene ritirata di circa 5 mm e il catetere vero e proprio avanza: grazie alla punta curva riesce ad adattarsi all’angolazione della parete e a raggiungere il ganglio per instillare localmente l’anestetico.
Dopo l’esecuzione della procedura dovrà rimanere disteso per 10 minuti affinché il farmaco venga assorbito, mentre quello in eccesso può essere deglutito senza problemi.
Sono necessari esami particolari prima della procedura?
No, non sono previsti esami specifici prima di eseguire la procedura di blocco. Tuttavia è necessario che sia stata posta diagnosi di cefalea primaria cronica (emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo, nevralgia del trigemino) o di altre sindromi dolorose craniche.
La procedura è dolorosa? Ci sono effetti collaterali?
No, la procedura non è dolorosa perché il catetere viene spinto con estrema delicatezza nella narice. È probabile che lei sentirà il sapore amaro dell’anestetico lidocaina durante l’instillazione, ma è una sensazione che dura pochi secondi.
Gli effetti collaterali noti sono pochi e generalmente lievi e transitori: un senso di fastidio nella regione nasale, una sensazione di “addormentamento” della zona (analoga a quella che si prova dopo un intervento dentario), lievi vertigini, talora un leggero sanguinamento dal naso o riduzione o aumento del battito cardiaco. La procedura verrà effettuata con controllo dei parametri vitali (polso, pressione, saturazione di ossigeno)
Dopo la procedura, inoltre, potrà essere leggermente assonnato per cui La si avvisa di non effettuare attività che richiedono impegno/vigilanza (esempio guidare veicoli, uso di macchinari pericolosi). E’ utile che nel giorno della procedura venga accompagnato da un familiare.
Gli effetti collaterali della lidocaina, contestualmente descritti, sono riportati nel foglio illustrativo del farmaco di seguito allegato che La invitiamo a leggere prima della somministrazione e ad utilizzare come spunto per domande e richieste.
Controindicazioni alla procedura di blocco estemporaneo del ganglio sfenopalatino
Le controindicazioni principali sono minime, legate essenzialmente ad allergia documentata alla lidocaina ed alla presenza di alterazioni della coagulazione legate all’assunzione di farmaci anticoagulanti (dicumarolici) e/o antiaggreganti (aspirina). Altre controindicazioni al blocco sono le patologie gravi a carico di fegato, reni, polmoni, sistema nervoso (per esempio l’epilessia) oppure infezioni diffuse (sistemiche).
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