Cosa caratterizza di più il dolore cronico? Quelli che lo vivono e ce l’hanno da tanti anni, sanno come rispondere e la risposta è di per sé crudele e triste: ciò che sconvolge di più la vita precaria degli ammalati come me è la paura. Uno stato cronico di timore pervade ogni istante della nostra vita e, se non si viene curati e seguiti con costanza e preparazione, questa paura blocca la nostra vita. La mette come in uno stato di apprensione costante e il dolore di un attacco che è già arrivato o di quello che seguirà, blocca le gambe. Si finisce con il fermarsi a lungo e con il non inseguire i propri sogni. Si finisce con l’arrendersi facilmente e con l’accontentarsi a volte del poco raggiunto a fatica. Sì, a fatica, perché tutto quello che noi riusciamo ad ottenere lo otteniamo solo impiegando il doppio o il triplo delle energie che invece usa il comune mortale. Anche il solo rendersi presentabili diventa un’impresa ed è forse per questo che non ci lamentiamo per le cose futili che pur facciamo trascinandoci a volte. Il solo respirare un po’ d’aria fresca e il solo poter uscire di casa per andare a lavorare ci rende felici quando non c’è il dolore che si aggiunge alla maledetta paura di non farcela. E quando sentiamo che qualcosa sta arrivando a bagnare come pioggia scrosciante la nostra vita e l’assale con la violenza di un temporale inaspettato, la paura dell’incerto si concretizza e giustifica inevitabilmente il nostro successivo temere costante. E le gambe tremano e manca il respiro e il panico divora momenti importanti di un’esistenza precaria. Potremmo evitare di vivere tutto questo, ma non lo facciamo se non ci aiuta concretamente qualcuno. E quand’anche ci siano nostre fievoli richieste d’aiuto, chi rimane sordo alle nostre richieste ferisce con la stessa potenza del dolore.
Abbiamo perciò bisogno di combattere la paura e abbiamo quindi due nemici difficilissimi da combattere: il dolore e la paura che arrivi. Non lasciamo però albergare a lungo dentro di noi questo timore e lasciamoci andare serenamente tra le braccia di chi l’aiuto ce lo dà concretamente e senza lesinarlo.
By Vicky