Se mi metto a navigare in rete, io emicranica cronica e, ad abundantiam, anche appartenente al genere femminile, mi sento supportata e circondata da tutte quelle attenzioni che in passato non avevo. Fioccano adesso le associazioni, i gruppi di aiuto, addirittura un numero più alto di Centri Cefalea che, disseminati in tutta l’ Italia, ad uno schiocco di dita mi vengono in soccorso. Tutti sono pronti a darmi tutto e allora? Perché continuo a sentirmi sola, accompagnata solo dal dolore che non mi delude mai?
Non lo so.
Continua alla fine per me la vita di sempre e mi sembra a volte di essere come in una grande rete, come pesce che insieme ad altri pesci si dimena in un ultimo vano tentativo di tornare al mare e alla vita.
Nel mio misero quotidiano affronto le difficoltà da sola e se vado a lavorare nonostante non mi senta in grado manco di camminare, devo farlo, ahimé, per guadagnarmi da vivere. E tra bollini rosa dati a questo o a quell’ospedale e grandi ovazioni fatte a questo o a quello pseudo specialista che non può improvvisarsi per ciò che non è, mi ritrovo con le mie difficoltà che racconto ormai solo a me stessa mentre è alla mia tasca che faccio ricorso per pagarmi le medicine.
Io donna e quindi “fortunata” perché posso viaggiare su una corsia preferenziale, mi rendo conto di essere oggetto di attenzione solo quando divento strumento di perversi meccanismi di business usati da gente che di affari se ne intende. Ed io, che se non vado a lavorare non mi pago ciò che mi fa andare avanti, divento qualcosa di molto importante per chi di soldi ne fa a palate.
E nel mondo degli acronimi (AIC, ONDA AINAT, , CIRNA, ANIRCEF, AL.CE.) che fioccano e che non fanno che peggiorare i miei attacchi, mi sento già pronta a dare il mio voto come a Sanremo, per far salire in alto non la mia canzone, ma la mia associazione preferita o il mio centro di “eccellenza” che di eccellente nulla mi dà.
E allora, “stop al televoto” e ai bollini rosa preferisco i bollini che racimolo per avere sconti al supermercato, che almeno quelli mi aiutano a risparmiare.
Ma un grazie voglio dirlo a chi un giorno, con disprezzo mi disse: “fatti curare, ma da uno bravo però”.
Io per fortuna uno bravo me lo sono trovato e mi viene in soccorso quando ne ho bisogno, con competenza e professionalità.
In questo almeno sono stata fortunata!
By Vicky