Tanto attesi, finalmente pubblicati i risultati dell’efficacia, prima della normativa di regolamentazione (“compassionevole”), dell’anticorpo monoclonale Erenumab 140 mg. Dal Belgio Schoenen e collaboratori ( Frontiers in Neurology 2021) hanno valutato 156 emicranici sia episodici che cronici.
Tre mesi dopo l’inizio del trattamento la frequenza di emicrania era diminuita del 46% degli episodici e nel 35% dei cronici. Un miglioramento del 50% era più evidenti negli episodici che nei cronici. I miglioramenti riguardavano l’intensità e durata delle crisi e il numero di giorni in cui occorreva far uso di un antiemicranico.
Un miglioramento del 30% era presente ancora a tre mesi nel 60% degli emicranici cronici e la metà dei cronici ritornava ad avere una emicrania episodica.
Ad un anno dall’inizio del trattamento i pazienti con beneficio del 50% erano ancora il 51% degli episodi e il 41 % dei cronici, il 30% dei pazienti cronici sospendeva il trattamento per inefficacia, Secondo gli autori non vi erano differenze sostanziali fra pazienti episodici a basa ed alta frequenza di crisi e nei cronici con e senza abuso di farmaci. L’erenumab non ha efficacia sull’aura.
Questi dati, come già evidenziato da esperienze personali , sottolineano il fatto che l’anticorpo monoclonale è efficace in una alta percentuale di soggetti ma non nella totalità degli emicranici specie se con emicrania cronica. L’esperienza personale differisce dal fatto che i pazienti con abuso di antiemicranici traggano beneficio (se non precedentemente disintossicati) dall’uso di dell’anticorpo. Il farmaco non è efficace sull’aura emicranica. Rimaniamo in attesa dei dati degli altri anticorpi e della dell’efficacia che si può avere passando da un anticorpo ad un altro.
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti“. Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila.
L’opera nell’immagine è di René Magritte.