Pino Daniele forse non immaginava, quando compose la sue note, quanto possa essere importante la caffeina per chi soffre di cefalea oltre che alla soddisfazione del palato. C’è chi, se non ingoia la sua prima tazzina di caffè appena sveglio, rischia di andare incontro a una giornata in preda al mal di testa E chi, invece, deve controllare quello che è uno dei costumi più diffusi tra gli italiani. Si infatti il di caffè lungo la Penisola, è stimato in sei chili all’anno per individuo. Forse non tutti sanno che la caffeina è uno dei “farmaci” più largamente utilizzato e studiato. Gli esseri umani hanno consumato la caffeina per secoli nei cibi e nella bevande.
Un pò più complesse le relazioni esistenti fra la caffeina e la cefalea.
Che cosa è la caffeina?
La caffeina che allo stato puro è una polvere bianca e amara, è un prodotto naturale che si trova nelle foglie di tè e dai chicchi di caffè e di cacao e nella noce di cola. La caffeina per via orale viene assorbita rapidamente e in 15-30 minuti ed è in grado di agire sul corpo umano in diversi modi: aumenta l’attività metabolica e la frequenza cardiaca, rilascia la la muscolatura liscia (specialmente a livello polmonare), aumenta la diuresi e stimola gli scambi molecolari (neurotrasmettitori). Secondo alcuni la caffeina migliora le proprie capacità quando si tratta di esercitare le attività mentali (vigilanza, l’esercizio delle prestazioni, la velocità di elaborazione delle informazioni, la consapevolezza, l’attenzione, e il tempo di reazione).
Gli effetti durano in genere 4 ore (range: 2-8 ore)
In medicina la caffeina è utilizzata anche come adiuvante nel trattamento della cefalea. Ciò significa che l’aggiunta ad altri composti analgesici aumenta l’efficacia di questi ultimi. Sembra infatti che la caffeina aumenti l’assorbimento dei farmaci per la cefalea aumentando la produzione di acidi a livello dello stomaco e la motilità gastrica (notoriamente ridotta durante l’attacco).
Dove si trova la caffeina?
La popolazione adulta europea assume dai 50 ai 300 mg di caffè al giorno l’equivalente di 2-3 tazze di caffè al giorno. Nei bambini ed adolescenti la principale fonte di caffeina si trova nel tè e nelle bevande. Con l’andare avanti dell’età il caffè diventa la prima fonte di caffeina nella dieta. Siamo tutti al corrente che il caffè contiene caffeina ma quanta caffeina c’è nella “sveglia del mattino”? Un doppio espresso ha più caffeina di un caffè americano? Quali altri prodotti oltre al caffè e al tè contengono caffeina?
Prodotto |
Caffeina |
Caffè americano, 200 ml |
90 mg |
Bevanda energetica, lattina |
80 mg |
Espresso, 60 ml |
80 mg |
Tazza di the, 220 ml |
50 mg |
Coca cola, lattina |
40 mg |
Cioccolato fondente, 50 g |
30 mg |
La caffeina migliora la cefalea?
La caffeina è stata utilizzata per molto tempo con efficacia e sicurezza in molti farmaci per il trattamento della cefalea tensiva e l’emicrania. La caffeina ha delle proprietà vasocostrittrici, il che significa che restringe i diametro dei vasi sanguigni e riduce il flusso ematico. Queste proprietà producono un beneficio nel ridurre il dolore nella cefalea in quanto i vasi sanguigni tendono a dilatarsi prima dell’inizio della cefalea specialmente nell’emicrania.
La caffeina ha un effetto “coadiuvante”, cioè è un ingrediente che viene aggiunto ai farmaci analgesici per aumentare la loro efficacia. Vi sono numerose pubblicazioni che attestano l’efficacia del paracetamolo e dell’aspirina in associazione alla caffeina nel trattamento sia della cefalea di tipo tensivo che il dolore, nausea, foto e fonofobia nell’emicrania. Secondo una revisione della letteratura infatti l’aggiunta di caffeina al paracetamolo o aspirina è in grado di aumentarne l’efficacia di un buon 40%.
I farmaci analgesici attualmente in commercio in associazione con caffeina sono il paracetamolo (500 mg) , l’aspirina (500 mg), l’indometacina (associazione anche di proclorperazina com antiemetico) e l’ibuprofene (400 mg).
La caffeina può provocare la cefalea ?
I farmaci contenenti caffeina sono efficaci e ben tollerati se utilizzati adeguatamente. In generale, l’assunzione di caffeina non è la causa della cefalea, ma ci sono evidenze che questo composto tenda a far ricorso agli analgesici più spesso. Con il passare del tempo una assunzione eccessiva di farmaci analgesici può peggiorare invece che migliorare la cefalea. Se il paziente cerca di interrompere il farmaco, la cefalea ritorna più forte di prima, “rimbalza” e costringe ad assumere ancore più sintomatici per questa “nuova” cefalea. Questo ciclo cefalea-farmaco-cefalea continua fino a quando non viene interrotto con l’aiuto dello specialista e può portare a vari effetti collaterali tra cui la Cefalea da “rimbalzo” presente nel 2-5% della popolazione generale. Alcuni pazienti attribuiscono erroneamente alla caffeina la responsabilità di questo fenomeno.
Vi sono infatti degli studi che affermano che il rischio di sviluppare una Cefalea da rimbalzo non è differente negli analgesici con/senza caffeina (5% con sintomatici contenenti caffeina, 90% con sintomatici contenenti aspirina 40% con paracetamolo).
Come evitare la cefalea da rimbalzo
- leggere attentamente le etichette e il bugiardino
- seguire alla lettere le indicazioni d’uso
- non superare mai le dosi indicate se non prescritto dalla specialista
- se il dolore non migliora dopo le dosi massime indicate, consultare subito lo specialista di fiducia
Sicurezza della caffeina: ci si può abituare?
La caffeina non è una sostanza che provoca dipendenza. La dipendenza può essere caratterizzata da:
- incapacità ad interrompere la sostanza
- interferenza con le attività quotidiane sociali e lavorative.
Tutti coloro che assumono grosse quantità di caffeina non hanno questi requisiti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ci sono evidenza che la caffeina sia equiparabile come proprietà ad altre sostanza che producono dipendenza come tabacco, alcool e oppiacei.
Cosa succede se si smette di assumere caffeina?
Occorre ricordare che una moderata assunzione di caffeina non causa problemi e la stessa caffeina non è classificata come una sostanza in grado di produrre dipendenza. La caffeina è uno stimolante moderato del sistema nervoso centrale. Gli effetti possono variare a secondo della quantità assunta e alla sensibilità individuale alla caffeina. Se si interrompe bruscamente il consumo di caffeina come a volte succede nel week end, si possono manifestare dei sintomi da “astinenza” che comprendono:
- cefalea
- sonnolenza stordimento
- difficoltà di concentrazione, astenia difficoltà nel lavoro
- depressione
- ansia
- irritabilità
- nausea/vomito
- algie /rigidità muscolare
Non ci sono dei dati precisi su quanti individui soffrono di astinenza da caffeina. Studi scientifici affermano che circa l’11 % di coloro che assumono quotidianamente caffeina presentano una sindrome da astinenza alla sospensione e solo il 3% di questi riferiscono che i sintomi sono così importanti da interferire con le attività quotidiane .
Come evitare l’astinenza da caffeina
Queste raccomandazioni possono aiutare a limitare i sintomi da astinenza da caffeina:
- limitare l’assunzione quotidiana di caffeina tenendo nota del consumo
- non sospendere bruscamente l’uso di caffeina . Una riduzione graduale consente di attenuare gli effetti della sospensione.
- consultare lo specialista per informazioni sui meccanismi di dipendenza e quale è il modo migliore per sospendere i farmaci contenenti caffeina e non ricadere nell’uso eccessivo.
Quindi due o tre tazzine al giorno non fanno male e non creano dipendenza, ma non di più.