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Ti sarà capitato dieci, mille, un milione di volte di stare lì a spiegare com’è il tuo dolore cronico. Ogni volta, davanti a un nuovo vicino di casa, a un nuovo collega, a un nuovo conoscente, a un nuovo medico perché ne hai cambiati tanti, a un vecchio amico che ha perso la memoria, a quello a cui hai spiegato già, ma non te ricordavi.

Ti sarà capitato di ascoltarti mentre ripeti una specie di nenia e di stancarti tu stessa. Perfettamente inutile perché ritrovi davanti le stesse espressioni perse nel vuoto o di chi magari ti sta implorando di smetterla, o di chi sta già pensando ai fatti suoi.

Allora cambia repertorio.

Informati sulla tua patologia e fallo seriamente perché a volte sei proprio tu che per anni la consideri come una cosa che viene e che passa con farmaci presi al bisogno e alla rinfusa.

Informati, leggi, cerca di conoscerlo meglio anche tu questo dolore che ti perseguita. Conoscine meglio i sintomi leggendo e rileggendo le cose scritte non dal primo Dottor Pinco Pallo che ti capita in rete, ma da chi ha un curriculum vitae non improvvisato e che ha scritto tanto e non certo sulle riviste da quattro soldi.

Quando anche tu avrai acquisito adeguate conoscenze su quello che non è un semplice mal di testa, attivati per farti curare da uno specialista.

Non te lo fare consigliare da quello della porta accanto mentre si sta preoccupando più del fatto che oggi piove piuttosto che della tua espressione chiaramente sofferente.

E quando poi ne parli con qualcuno, usa solo termini scientifici. Non parlare di sintomi che precedono l’attacco, ma di prodromi, per esempio. E prova a sciorinarne più che puoi.

Non ci capiranno una mazza, ma ti ascolteranno sgranando gli occhi e, anche se non ti daranno la comprensione che meriti, ti considereranno piuttosto una persona dalle idee chiare. Una che non implora rispetto, lo pretende.

By Vicky