Tanti, forse troppi, i gruppi di aiuto che la rete propone a chi soffre di patologie varie. Chi entra in questi gruppi, aperti o chiusi che siano, cerca un sostegno morale, cerca di poter scambiare opinioni, vorrebbe togliersi dubbi che altrimenti lo attanaglierebbero nella solitudine. Spesso ci sono dei medici che li amministrano ed entrano con sistematicità a controllare che tutto scorra liscio, che niente e nessuno si allontani dal nobile scopo per il quale questo o quel gruppo è nato. È facile infatti che si travisi la realtà e che ci si lasci andare in commenti che urterebbero la suscettibilità di chi scrive. Siamo esseri fragili e vulnerabili e, se a volte ci scappa qualche osservazione poco consona, è necessario tornare sui propri passi e correggere il tiro.
Nel gruppo “Medicina delle cefalee” ci sono da un po’ di anni e mi è utile come l’aria che respiro. Leggo tanto e mi informo sulla mia patologia, perché conoscere è meglio che ignorare. Tutte le novità nel campo della ricerca, tutti gli studi, gli articoli servono a darmi coraggio mentre affronto il dolore che altrimenti sarebbe più cupo e inesorabile.
A volte mi guardo indietro e penso a me stessa quando vagavo nell’ignoranza e nella rete senza che qualcuno mi guidasse e mi facesse sentire al sicuro.
Mi tornano in mente anche gli errori commessi nell’essermi iscritta a gruppi che di sicuro avevano solo la falsa pretesa di esserlo. Venivano amministrati da persone che ingannavano quotidianamente chi come me è facile preda di persone che tali non sono.
Avverto ancora, anche solo al pensarci, la sensazione sgradevole del mio continuo sentirmi inadatta, colpevole di colpe che non avevo, sempre lì a cercare di piacere a soggetti a cui in realtà piacevano solo i miei soldi. Sì, perché di denaro me ne è stato chiesto parecchio, con iscrizioni, libri, magliette, gadget di ogni sorta. Ed io vivevo pagando per sentirmi accettata. Quando ho aperto gli occhi? Quando hanno cominciato a scagliarsi contro di me per inezie. L’aiuto promesso si andava via via sgretolando lasciando il posto allo sgretolamento di un’anima già sufficientemente ferita dalla malattia e dal dolore cronico.
Oggi cerco di dimenticare, ma se scrivo tutto ciò è per evitare ad altri di cadere nelle trappole tese in ogni dove. Vi lascio riflettere con la calma e la serenità che ho conquistato a fatica. E dentro di me sorrido agli onesti che per fortuna esistono ancora.
By Vicky