Io sono un’emicranica. Sarò sempre, forse, la voce onesta di chi soffre come me e mi sostiene, ma anche di chi non lo fa.
Io però non sto con chi costruisce il suo mondo sulla sofferenza degli altri fingendo di comprenderne appieno le esigenze.
Io non sto dalla parte di chi crea proseliti e ne fa uno stuolo numeroso per un proprio tornaconto materiale oppure no.
Io non sto dalla parte di chi fonda alleanze e gruppi che vanno avanti con i contributi in denaro di chi già tanti soldi li spende per pagarsi i farmaci. Di chi con le medicine convive perché sono poi, alla fine, tristemente, le sole cose che li fanno andare a lavorare, se il lavoro ce l’hanno, o a cercarselo a fatica se non ce l’hanno. Quelli che a costo di sacrifici, racimolano comunque i soldi per pagare quote annuali per coloro che vivono di vanagloria.
Io non posso stare dalla parte di chi pubblica libri senza scriverli davvero. E raccoglie frasi di persone che non hanno la lucidità necessaria per capire che qualcuno le sta usando. Di chi ai malati dice: “questo libro l’hai scritto anche tu” solo per farglielo comprare.
Io non sto dalla parte di chi va in televisione per dare voce soltanto al proprio desiderio di popolarità.
Io che nella vita ho rifiutato apriori la disonestà, io non posso stare dalla parte di chi cerca di adescare persone deboli.
Magari avrò pochissimi consensi da parte di chi o ha timore di esporsi o è soltanto stanco.
Io so cosa vuol dire essere usati e poi maltrattati da chi si vantava di essere la mia voce. Da chi, a riflettori spenti, mi ha fatto sentire in colpa e ha anche insultato la mia intelligenza in un momento in cui stavo cercando di risalire la china.
Se non avessi avuto la forza di ritornare a galla. Se non fossi uscita con la testa fuori dall’acqua in cui mi “spingevano” perché annegassi “solo” perché avevo capito. Se non fossi riuscita a respirare di nuovo, non sarei qui a scrivere che sto dall’altra parte.
By Vicky