La recente emergenza sanitaria dovuta all’infezione del Coronavirus ha inciso profondamente nei nostri stili di vita ed ha condizionato la possibilità di garantire una continuità terapeutica anche in altre patologie. E’ questo il caso delle cefalea la più comune patologia neurologica, spesso non diagnosticata o che non riceve un trattamento adeguato. I pazienti rischiano di dover rimandare il problema che li affligge o vedere vanificati i risultati ottenuti con i protocolli terapeutici impostati in quanto il rapporto con lo specialista di fiducia rischia di venire meno o quantomeno essere dilazionato nel tempo.
L’Associazione America delle Cefalee (American Headache Society) valutata la grave situazione sanitaria ed economica presente negli Stati Uniti ha messo a punto delle normative per poter seguire in telemedicina i pazienti affetti da cefalea, sia nel caso di una prima visita che per i successivi controlli, sempre necessari per limitare l’impatto di tale patologia sulla qualità di vita del paziente. Pertanto, anche con l’avallo della America Academy of Neurology, sono stati definiti dei canoni per poter accedere a tale servizio, per poter raccogliere la storia in maniera standardizzata e per effettuare un esame neurologico… a casa del paziente. La consulenza in telemedicina può essere effettuata con metodiche informatiche di vasta diffusione come Skype, Facetime, Whats’App video, Doxy.
In uno studio randomizzato (Friedman D. 2019) condotto in Texas su 40 pazienti alcuni effettuavano la prima visita online altri in studio con controlli controlli prestabiliti dopo 3-4 settimana, 3-6-9 e 12 mesi. I pazienti avevano una età media di circa 40 ed abitavano ad una distanza che in alcuni casi superava i 400 km. I risulti dello studio studio hanno evidenziato che il 93% dei pazienti in telemedicina continuavano i controlli fino ad un anno mentre quelli in studio arrivavano all’88%. In un altro studio (Neurology 2017) condotto da Muller K.I. in Norvegia, non sono state riscontrate differenze di gradimento fra pazienti con cefalea non acuta visitati frontalmente e in telemedicina o che effettuavano la prima visita frontale e poi proseguivano a distanza.
I vantaggi maggiori della telemedicina sono offerti dal fatto che per alcuni pazienti non vi sono attese in sale d’aspetto affollate, il tempo a disposizione è di circa 45 minuti per una prima visita e di 30 minuti per un controllo, non vi sono i disagi di un viaggio magari lungo e costoso – riferisce il Prof Fabio Antonaci neurologo dell’Università di Pavia. Altri vantaggi offerti da questa metodica di consulto sono la possibilità di inviare accertamenti, consulenze e terapie effettuate prima della visita e di essere seguiti con un diario elettronico (HeadApp) che si è dimostrato migliore di quello cartaceo.
Riteniamo che in un periodo delicato per l’emergenza sanitaria/economica la telemedicina per i pazienti con cefalea possa garantire la continuità delle cure a costi contenuti, un modello che trova al momento particolare interesse per i pazienti che vivono nelle isole, in zone territorialmente disagiate o che comunque non costringa ad affrontare il problema a km zero. Medicina delle Cefalee ha adottato questo tipo di consulenze, un modello che potrà essere continuato ad emergenza terminata anche come alternativa/affiancamento alla visita tradizionale.
Sergio Pinto