Ce lo chiediamo tutti. Tutti prima o poi ci facciamo questa domanda. Ma siamo onesti quando rispondiamo? Io non lo sono stata sempre quando mi chiedevo se facevo realmente qualcosa per me stessa piuttosto che pretenderla e volerla dagli altri. Per tanto tempo mi sono, per così dire, presa in giro. Vi sembrerà strano, ma succede. I prosciutti sugli occhi ce li abbiamo, facciamo finta che non ci siano e tiriamo a campare rimuginando e alternando stati di incomprensione cronica a stati di vittimismo che non ci fanno bene. Dentro di noi ci diamo sempre ragione e ci mettiamo su un piedistallo che ci impedisce di comunicare davvero con gli altri.
Lo stato di un ammalato cronico e, nel mio caso, di un ammalato di emicrania, è uno stato difficile da vivere, ma è davvero impossibile migliorare? Tanti sono quelli come me, convinti che un po’ di tregua sia un sogno irraggiungibile. Ma credetemi, non otterrete nulla fino a che non scoverete la strada per volervi bene, per davvero però.
L’emicranico è, secondo me, un perfettino patentato. Nulla lo accontenta fino a che non ci ha lavorato per bene, allineando le cose della vita come le mutande nel cassetto. È per questo che, se a fine giornata non è riuscito a concludere tutte le incombenze mettendoci su il fiocco come su un regalo, giù le paturnie e l’avvilimento. Cosa ne deriva? Mal di testa. Cosa nasce dal mal di testa? Desolazione e vittimismo. È sempre colpa di qualcuno se le cose non sono andate secondo i puntigliosi progetti e si rimugina nello stato confusionale che l’attacco porta con sé, vivendo ai confini della realtà in un abbandono totale alle poche forze rimaste. Cosa si fa il giorno dopo? Si ricomincia con il farsi del male pretendendo e pretendendo sempre troppo da noi stessi. Ma uno spazio per una camminata? Una parentesi per prendere respiro? È così difficile farlo? E qui subentra la domanda: hai fatto oggi qualcosa per te soltanto? Ti sei voluto bene? Hai ritagliato uno spazio per appagare te stesso e scaricare con un po’ di attività fisica tutto quel tossico stress che altrimenti ti attanaglia? Hai rispettato davvero il tuo ritmo sonno veglia o hai mandato tutto a puttane incollato sul computer fino a tardi perché il capo preme per avere il tuo stacanovistico impegno?
Sono convinta che se rispondessi con onestà scopriresti che bene non te ne vuoi davvero. E allora non stare lì a pretenderlo da chi ti circonda. Fai tu il primo passo, vieniti incontro con un sorriso, perché se sorridi stai meglio e le rughe tarderanno a venire e un po’ anche il mal di testa.
By Vicky