La nevralgia del trigemino è una forma grave e invalidante di neuropatia cranica dolorosa. Anche se ha un tipico quadro clinico, alla diagnosi si arriva tardi o per nulla con un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti. Da qui è partita una ricerca sul verificarsi di errori diagnostici e terapeutici nella nevralgia del trigemino, valutando 102 pazienti affetti reclutati attraverso una ricerca internazionale.
Gli autori (Antonaci F. e collaboratori, J of Headache and Pain 2020) hanno valutato i pazienti che sono stati visitati nel periodo febbraio 2017 – ottobre 2019, da diversi centri europei per la cefalea che hanno partecipato allo studio. Il progetto è stato concordato fra gli esperti della commissione Cefalee e commissione Dolore della European Academy of Neurology (EAN). La diagnosi di nevralgia del trigemino classica (è stata fatta secondo i criteri della International Headache Society (IHS). Tutti i pazienti sono stati valutati utilizzando interviste telefoniche / frontali condotte da specialisti del mal di testa / dolore utilizzando un apposito questionario.
Sono stati reclutati 102 pazienti, in prevalenza donne (rapporto F:M 2,64:1). L’86% dei pazienti ha consultato un medico ai primi attacchi di dolore. Gli specialisti consultati prima di fare diagnosi erano: medici di base (43,1%), dentisti (30,4%), otorinolaringoiatri (3,9%), neurochirurghi (3,9%), neurologi o specialisti del mal di testa (14,7%), altri (8% ). La diagnosi finale è stata fatta generalmente da un neurologo o specialista in cefalee (85,3%) e l’intervallo medio tra l’insorgenza della malattia e la diagnosi dello specialista è stato di 11 mesi.
Il “ritardo diagnostico” è stato di 7 mesi. Le diagnosi errate alla prima visita sono state rilevate nel 42,1% dei casi.
Nel 93,1% dei pazienti sono state condotte indagini strumentali e di laboratorio prima ancora della diagnosi di nevralgia del trigemino.
Da questa ricerca si evince che, sebbene la nevralgia del trigemino abbia caratteristiche tipiche e sia ben definita dai criteri diagnostici internazionali disponibili, è ancora spesso sottodiagnosticata e trattata impropriamente. Gli autori concludono affermando che è necessario migliorare le conoscenze neurologiche al fine di riconoscere prontamente il quadro clinico e aderire correttamente alle linee guida terapeutiche.
I pazienti la cui qualità della vita è generalmente gravemente compromessa, si avvantaggerebbero molto da competenze di eccellenza nel settore prima di intraprendere percorsi diagnostici e terapeutici non adeguati.