Siamo agli sgoccioli di un altro anno di covid. Si avvicina il Natale tra mille dubbi, con il cuore pesante e un solo desiderio: che il mondo si svegli all’improvviso senza più la pandemia a fare da contorno a ogni pensiero, a ogni progetto che si affaccia prepotente.
Mentre per molti aleggia la paura di dovere interrompere la propria attività lavorativa, tra discussioni e manifestazioni contro il green pass e contro l’obbligo vaccinale, mentre ci si chiede se fare o non fare la terza dose di un vaccino salvavita e tanti ancora non hanno fatto neanche la prima. Mentre le varianti premono prepotentemente perché i governi prendano giuste decisioni. Mentre la mascherina non ci abbandona e il distanziamento getta una coltre di gelo sui rapporti di un tempo ormai lontano. Mentre il sorriso nascosto non traspare neanche più dagli occhi, pochi sono quegli ottimisti incalliti che, se lo sono ancora, la loro visione della vita comincia quasi a lasciare il posto a considerazioni che mai si sarebbero sognati di fare proprie.
Mentre la cifra dei morti ogni giorno non è mai a zero, tra le difficoltà cerchiamo di destreggiarci tra allerte meteo rosse gialle e arancioni che si confondono con gli stessi colori che ci spiegano cosa si può fare e cosa non si può. I colori che prima davano una nota di allegria alle nostre giornate, ora sono un’ossessione.
Mentre ogni giorno non è come il precedente, la terra gira e, all’improvviso, ti accorgi che sta arrivando il Natale. Nessuno si permette più di chiederti cosa farai per le feste e le luminarie ti ricordano che la vita deve andare avanti.
Quest’anno farei un albero diverso, alternativo. I rami dovrebbero essere rappresentati da braccia tese, le nostre braccia, con le mani aperte a simboleggiare i rami più piccoli.
Non braccia conserte di rinuncia e chiusura agli altri. E le braccia dovrebbero partire dal cuore e dovrebbero riempirsi di tantissimi doni per chi non può permettersi di comprarne.
Quest’anno l’albero dovrebbe essere addobbato con pensieri positivi, si ma solo quelli. Perché se risulti positivo alla vita non ti ricoverano, ti vogliono bene.
Tanti pacchetti appesi ai rami di quest’albero fantasioso per i bambini che la gioia di una famiglia sorridente la vedono solo in televisione nella pubblicità. E di giocattoli e letterine a Babbo Natale non se ne parla perché la povertà è la cosa in cui credono fermamente, purtroppo.
Le nostre braccia tese e piene come le mani, non avrebbero bisogno di luci perché quest’albero alto e imponente si illuminerebbe con i sorrisi delle persone che, come noi, sognano un Natale alternativo che finalmente si avvera.
By Vichy con gli auguri sinceri di Buone Feste